“POSTO OCCUPATO”: affinché le donne vittime di violenza non perdano il posto che spetta loro di diritto nella società

La guerra mai dichiarata al sesso femminile non trova fine, testimoniando una relazione tra uomini e donne fortemente asimmetrica, segnata dal radicamento della cultura di dominio di stampo patriarcale. Il prossimo 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne, facciamo anche noi un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza: occupiamo per loro un posto al cinema, in teatro, sul bus, sul treno o su una panchina, affinché la quotidianità non lo sommerga.

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne, il Gruppo donne USS Ticino Moesa e il Coordinamento donne della sinistra lanciano nella settimana dal 21 al 25 novembre 2016 e per tutto il tempo necessario, la campagna POSTO OCCUPATO.

La campagna è nata in Italia nel 2013, in reazione al perpetrarsi dei femminicidi, che rappresentano l’estrema conseguenza di una cultura che alimenta e giustifica diverse forme di violenza sulle donne.

È violenza contro le donne “ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà.” Così recita l’art 1 della dichiarazione ONU sull’eliminazione della violenza contro le donne.  La violenza contro le donne è costituita da quelle violenze che colpiscono le donne in quanto donne e viene inscritta nelle forme di discriminazione che compromettono seriamente la possibilità per le donne di godere pienamente dei diritti e delle libertà su un piano di uguaglianza. La violenza, così, attraversa ogni aspetto dell’esistenza, controlla e addomestica i corpi e le vite delle donne: in famiglia, sui luoghi di lavoro, a scuola, all’università, per strada, negli ospedali, sui media, sul web, di notte, di giorno.

Nella maggior parte dei casi si tenta di neutralizzarla attraverso l’eufemismo, la disumanizzazione  la colpevolizzazione di chi ne è colpito e la negazione della gravità dell’atto. Tutti comportamenti che vogliono rendere accettabile ciò che non lo è.

Tra gli abusi perpetrati nei confronti delle donne rientrano oggi fenomeni di natura diversa: non solo l'aggressione fisica di un uomo contro una donna, e la sua forma più estrema, il femminicidio, ma anche vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, molestie sessuali, persecuzioni (stalking), che oggi trovano anche nell’uso della tecnologia forme di amplificazione. Azioni quasi sempre ripetute nel tempo, compiute da uomini molto diversi tra loro per età, condizione sociale, livello di istruzione, nazionalità e religione. Non da "mostri" e di solito neanche da sconosciuti. Anzi sono proprio i partner, gli ex partner e conoscenti  i principali autori.

La violenza sulle donne si può comprendere solo alla luce della logica complessiva dei rapporti di potere nel corpo sociale. Essa ha a che fare con l’idea che si possa disporre del corpo di una donna e delle sue capacità come di una proprietà, in una strutturale disparità sociale, economica e di potere.

Non possiamo più accettare che la violenza condannata a parole venga poi tollerata nei fatti La cultura che continua a dominare veicola un immaginario femminile stereotipato di debolezza e di bisogno di protezione.

Per contrastare la violenza di genere è necessario un lavoro di ampio respiro che coinvolga tutti, non solo le donne, perché la violenza sulle donne è un problema di tutti.

La campagna POSTO OCCUPATO non fornisce soluzioni concrete, ma  accende i riflettori su un problema sociale e culturale che non può essere considerato marginale. È un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza.

Ciascuna di quelle donne viene annullata in quanto persona ogni qual volta subisce un abuso fisico, sessuale e psicologico o economico da parte di un marito, di un ex, di un amante o di uno sconosciuto.

La violenza di genere toglie alle donne colpite la possibilità di occupare un posto a teatro, sull’autobus, a scuola, impedendo loro di condurre una vita all’insegna della libertà e dell’autodeterminazione.

Per questa ragione invitiamo tutte e tutti coloro che disiderano aderire alla campagna di scaricare il cartello POSTO OCCUPATO (in allegato) – aggiungendo se desiderano il proprio nome o sigla dell’organizzazione aderente – e di apporlo per occupare un posto sul treno, sul bus, a teatro, al cinema, su una panchina in un bar o in un ristorante per tutte le donne vittime di violenza, affinché la quotidianità non lo sommerga.

Per il Gruppo donne USS Ticino e Moesa