«Vogliamo 150 franchi in più»

Il rinnovo del Contratto nazionale mantello (CNM) dell’edilizia è in programma per il 2015, ma i lavoratori edili di Unia cominciano già a prepararsi. Sabato, riuniti a Berna, hanno accolto con favore l’esito dell’inchiesta sulle cosa da migliorare prioritariamente.

 

In testa vengono i problemi legati alle intemperie. Hanno anche fissato le rivendicazioni per le trattative salariali d’autunno: vogliono un aumento per tutti di 150 franchi al mese.

 

Sono state oltre 450 le persone che sono confluite a Berna da tutta la Svizzera per partecipare alla Landsgemeinde degli edili di Unia. Tra i visi noti spiccavano tante facce nuove, ma soprattutto è risaltata la presenza di molti giovani edili: portoghesi, ex jugoslavi o africani stanno ormai occupando il posto degli italiani, partiti in pensione. Dall’ultimo rinnovo contrattuale anche lo staff dirigente del settore di Unia si è rinnovato quasi totalmente e ciò sta dando nuovo slancio a un settore portante del sindacato. Le donne sono sempre più presenti e a moderare i lavori in collaborazione con Serge Gnos, esponente della direzione del settore edile di Unia, vi era la sindacalista neocastellana Silvia Locatelli.

 

Il settore sta bene

A Berna si è parlato molto di paghe. L’estate è alle porte, ma lo sguardo dei lavoratori è già fissato verso l’autunno, quando si terranno le tradizionali trattative salariali. Le cifre presentate dal responsabile del settore di Unia, Nico Lutz, parlano chiaro. L’edilizia va a gonfie vele: solo nel primo trimestre di quest’anno il giro d’affari è aumentato del 12,7 % rispetto all’analogo periodo precedente. E «un calo non è in vista», ammette la stessa Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC). Non esclude quindi che l’anno termini con un fatturato maggiore rispetto al 2013.

 

Si produce di più, ma «il personale è invariato e allora crescono i ritmi di lavoro e la produttività», ha sottolineato Lutz, ricordando che negli ultimi anni all’aumento degli utili non ha corrisposto un adeguato rialzo dei salari.

 

6118 franchi?

Su un punto tutti i presenti erano d’accordo: l’adeguamento quest’anno deve essere reale e non limitarsi a qualche frazione di punto percentuale. «Perché le statistiche dicono che il salario mediano mensile in Svizzera è di 6118 franchi. Chi di noi guadagna così tanto?», ha chiesto un delegato romando invitando i presenti a difendersi in un Paese che si arricchisce sulle spalle dei più deboli.

Molti hanno quindi preso la parola per difendere la proposta della direzione di chiedere 150 franchi di aumento, ma alcuni delegati di Ginevra e Zurigo hanno proposto di spingersi oltre e di rivendicare 200 franchi perché i costi (per esempio affitti e premi per le casse malati), non fanno che aumentare.

 

Almeno 150 franchi

«Chi troppo vuole nulla stringe», ha messo in guardia l’argoviese Fortunato Piraino, difendendo la richiesta di 150 franchi. «Possiamo anche chiedere la luna, ma alla fine rischiamo di non ottenere niente», ha aggiunto il sindacalista di Vaud Pietro Carobbio, ricordando che per ottenere 150 franchi si dovrà lottare. Anche Nico Lutz ha invitato a fermarsi a 150 franchi «un importo giusto che vi meritate», ha aggiunto, sottolineando che con questo importo sarà possibile condurre una campagna comune con rami dell’artigianato.

 

Al momento del voto, a chiara maggioranza è passata la proposta di rivendicare 150 franchi di aumento, ma anche di organizzare una campagna di terreno e se necessario azioni in tutta la Svizzera. Perché, come ha rilevato la copresidente di Unia Vania Alleva, «niente ci sarà regalato». I lavoratori vogliono inoltre che il risultato del negoziato sia posto in votazione prima della prossima assemblea degli edili cui spetterà l’ultima parola.

 

Il rinnovo del CNM

I delegati hanno anche accolto con favore il risultato dell’inchiesta condotta negli ultimi due mesi sui cantieri per capire quali sono i problemi più sentiti dai lavoratori in vista del rinnovo l’anno prossimo del CNM dell’edilizia. Hanno poi discusso in gruppi di lavoro come affrontare questa nuova sfida. In testa alla lista vi sono i problemi legati alle intemperie, seguiti dai tempi di viaggio e dal riconoscimento dell’esperienza professionale. Questi temi finiranno sicuramente tra le rivendicazioni che saranno sottoposte per ratifica in autunno alla base. Per la prima volta faranno parte della delegazione alle trattative esponenti dell’apparato sindacale e rappresentanti della base.